La cena di Natale si concluse relativamente presto: ci alzammo da tavola verso le 23, alcuni di noi per correre a casa e fermare il tachimetro della babysitter, altri con la nottata completamente libera da incombenze famigliari. Io e Giorgio eravamo tra questi e nonostante avessimo dei programmi tutti per noi, ci ritrovammo silenziosi nel parcheggio del ristorante a osservare l’auto di Cristina e Riccardo allontanarsi nel buio, senza sapere che fare.
A lasciarci attoniti era stata proprio la loro proposta: ci avevano chiesto chiaramente di fare sesso insieme, tutti e 4.
Giorgio aprì le portiere dell’auto e salì, lo imitai dal lato del passeggero. Non mise in moto, restò immobile alcuni lunghi secondi, così parlai: “Cosa facciamo? Tu cosa vuoi fare?”
“Voglio stare con te stanotte. Ma sono curioso di scoprire come potrebbero andare le cose con quei due.”
“Potrebbe essere divertente. Oppure no.”
“Potrei essere geloso. E tu?”
“Forse. L’importante credo sia smettere se uno dei due prova disagio. Basterà dircelo chiaramente, dobbiamo essere entrambi pronti a mollare lì le cose e andarcene in un secondo.”
Bastarono quelle parole perché prendesse una decisione e in un attimo passò le coordinate che ci aveva inviato Riccardo sul navigatore dell’auto. Saremmo arrivati in 45 minuti.
Trascorremmo il tempo in macchina ciascuno assorto nei propri pensieri, parlando poco.
Finalmente il navigatore ci segnalò di essere arrivati a destinazione. Eravamo stati guidati verso la primissima montagna della nostra zona, dove si trovano facilmente i tornanti e più difficilmente la neve. Ci trovammo nel cortile di un’abitazione in sasso, molto curata, dov’era parcheggiato il Range Rover di Riccardo.
Scendemmo dalla macchina e ci prendemmo per mano. “Siamo ancora in tempo per tornare a casa” disse Giorgio. “Proviamo” risposi, e lo trascinai alla porta di ingresso.
Venne ad aprirci Riccardo con un gran sorriso.
Avevo sempre pensato che fosse un bell’uomo, mi sono sempre chiesta se si fosse rifatto i denti: erano perfetti. Appendemmo i cappotti all’appendiabiti e ci accomodammo in salotto, dove trovammo ad attenderci Cristina.
“Siete venuti! Sono contenta, speravamo accettaste. Vi siete divertiti a cena?”
Giorgio e Riccardo rimasero qualche passo indietro. Ridevano un sacco quando mi voltai a guardarli. Chissà perché?
“Sì, molto” tagliai corto imbarazzata.
“Sono curiosa: lo hai ancora dentro?” Sapevo a cosa si riferiva e non esitai a risponderle “No no, l’ho tolto nella toilette del ristorante, poco prima del dessert. Ormai credo fosse anche scarico”.
“Beh, anche noi ne abbiamo uno. Ci piace usarlo in mezzo alla gente, perché nonostante il pubblico rimane un gioco tra noi, una cosa solo nostra”, disse sistemandomi il vestito su un fianco come niente fosse.
Capii perfettamente cosa intendeva. Ero parecchio eccitata a quel punto, anche perché mi era appena tornato in mente cosa indossavo sotto l’abito. Doveva essere una sorpresa solo per Giorgio, cosa sarebbe successo quando lo avrebbero visto tutti e 3? Quello che speravo.
Non so bene come mi saltò in mente ma presi l’iniziativa, non volevo più aspettare.
Strinsi il viso di Cristina con entrambe le mani e le passai la punta della lingua sulle labbra. Le dischiuse, ma mi decisi a baciarla solo qualche attimo dopo.
Sentivo gli sguardi dei nostri uomini su di noi, mentre iniziammo a svestirci. Prima lanciammo le scarpe lontano, senza guardare, poi le aprii i bottoni della camicetta e la zip della gonna al ginocchio che indossava, continuando a baciarla. Cercò di togliermi il vestito ma la fermai: volevo svestirmi da sola, per staccarmi un attimo da lei e avere una panoramica di tutti.
Lascia scivolare il mio tubino nero a terra e rimasi ferma un istante, con indosso solo il mio bodystocking. “Buon Natale Giorgio”, dissi guardandolo negli occhi.
Inevitabilmente mi cadde lo sguardo sulla patta dei suoi pantaloni. E di quelli di Riccardo, che sorrideva divertito mentre osservava me e si slacciava i pantaloni intercettando i miei pensieri.
Si rivolse a Giorgio: “Non potevamo scegliere una serata migliore, amico! Posso?” gli chiese con una poderosa erezione in mostra, facendo un cenno del capo verso di me. Giorgio, che nel frattempo era stato raggiunto da Cristina, che si trovava in ginocchio ai suoi piedi e mi osservava in attesa di un cenno di assenso – che arrivò – gli rispose “Accomodati”.
In un attimo Cristina stava succhiando il membro turgido di Giorgio che spuntava dai pantaloni. Era ancora vestito da capo a piedi.
Nel frattempo guardai Riccardo raggiungermi, con addosso solo la camicia, e spingermi contro il tavolino al centro della stanza. Dovetti sedermici per non cadere e istintivamente divaricai le gambe per accoglierlo. Non volevo altro, in quel momento i preliminari non mi interessavano per niente. “Permesso”, disse. Si inginocchiò ed entrò dentro di me senza fatica.
Mi riempì perfettamente con le sue dimensioni, per un momento pensai che avrei voluto tenerlo lì per sempre. Non usò grandi accortezze, non servirono: iniziò a stantuffarmi a un ritmo regolare, potevo sentire la punta del suo pene sbattere contro la mia parete addominale. Meraviglioso, sentii di poter venire subito ma mi controllai. Mi distrassi strappando di netto la camicia che copriva il petto di Riccardo e affondando i denti sulla sua spalla destra aggrappandomi a lui.
Osservai Giorgio, che non mi tolse gli occhi di dosso un solo istante. Quando abbassai lo sguardo su Cristina che lo succhiava voracemente, lui uscì dalla sua bocca e venne verso di me e Riccardo, piantandomi il pene in faccia. Iniziai a leccare e succhiare.
Anche Cristina lo fece: si mise dietro Riccardo e lo sentii ansimare più forte. “Brava bambina, continua così…” Dalla mia posizione non potevo capire a cosa si stesse dedicando esattamente: i testicoli? O forse l’ano? Dopo pochi istanti Riccardo venne dentro di me urlando come un animale, la cosa mi eccitò ancora di più ma non raggiunsi l’orgasmo.
A Cristina piaceva usare la lingua: mentre mi occupavo del pene del mio uomo, lei iniziò a leccarmi tra le gambe, ripulendo tutto. Giorgio a quel punto si mise dietro di lei e iniziò a leccarla a sua volta, finché riemerse da quell’antro umido e mi disse “Senti Giulia, quel body è per me, giusto?”
“L’idea era quella, sì”.
Spostò Cristina, mi alzò le gambe e me lo infilò dietro possedendomi senza pietà. Gli umori miei e di Riccardo, combinati alla saliva di Cristina, si rivelarono un ottimo lubrificante anale.
A quel punto Cristina si sedette sulla mia faccia posando le sue grandi labbra sulle mie labbra.
Mi tornò in mente un pomeriggio d’estate nel mio negozio, quando dovetti prendere le misure di una cliente sfacciata. Quella volta mi accontentai di immergermi nel suo odore, eccitandomi in modo pazzesco.
Cominciai a leccarla avidamente e senza sosta, mentre Cristina si dimenava sopra di me. I suoi umori mi pervasero la bocca e stranamente mi ricordarono il sapore delle patatine Fonzies: ma allora la pubblicità diceva la verità, che “Se non ti lecchi le dita godi solo a metà”… La cosa mi fece bagnare ancora di più, mi sentivo un lago tra le gambe e Giorgio scivolava dentro di me con sempre meno fatica.
Nel frattempo Giorgio mi stava titillando la clitoride con altre 2 dita. Non ci capivo più nulla! Stavo impazzendo.
Con la sinistra mi schiaffeggiò le natiche e mi strappò la parte sopra del body, liberandomi i seni che a quel punto si muovevano al ritmo dei suoi colpi dentro di me.
Avrei voluto vedere la scena. Venni al solo pensiero, con un fischio acuto nelle orecchie e una sensazione di vertigine.
Giorgio mi portò alla fine dell’orgasmo, poi si sfilò e corse a eiaculare in faccia a Cristina che aprì la bocca, per assaporare i suoi schizzi.
Quella roba avrebbe dovuto essere mia.
Cristina notò la mia delusione, quindi mi si avvicinò baciandomi e condividendo con me tutto quello che aveva ricevuto da Giorgio.
Intanto Riccardo ripuliva il pene di Giorgio con la sua lingua.
A quel punto compresi che l’esplorazione sessuale di Giorgio era appena iniziata e tra loro non sarebbe finita quella notte.
(continua)