Anche quell’anno arrivò puntuale il periodo in cui si hanno tasse da pagare, regali da fare e cene e aperitivi a cui presenziare: dicembre e l’incombente Natale.
Quella sera toccava alla prima di una lunga serie di rimpatriate, io e Giorgio dovevamo incontrare i suoi amici come da tradizione. Avremmo tutti lasciato i figli ai nonni o alla babysitter e ci saremmo concessi una serata tra adulti.
Le occasioni – e l’energia – per uscire la sera iniziavano a scarseggiare nella nostra coppia, quindi non ci tirammo indietro e io avevo in mente di rendere il ritorno a casa molto speciale per entrambi.
Uscii dal bagno – dove avevo fatto una doccia, mi ero truccata e avevo asciugato i capelli –dirigendomi in camera da letto per vestirmi, con indosso solo l’accappatoio beige. Mi avvicinai al cassetto dell’intimo e feci per tirare fuori quello che avevo scelto, quando Giorgio entrò nella stanza con un gran sorriso e un regalo tra le mani. Il suo entusiasmo fu contagioso: scoppiai a ridere in un attimo, scordandomi del mio programma per il dopocena.
“Ti ho preso una sorpresa sperando che arrivasse in tempo per stasera: eccola!”
“… per stasera? Di che si tratta, un bel paio di Manolo Blahnik?” Fu subito evidente che si trattava di qualcosa di più piccolo di un paio di scarpe.
Afferrai la scatola, incartata con carta rossa e ornata con un fiocco dorato, e l’aprii velocemente.
Flamingo
Controlla o lasciati controllare da qualsiasi distanza
Mi tornò subito in mente un pomeriggio estivo nel retrobottega del mio negozio e per un attimo mi venne il sospetto che Mr. G fosse proprio Giorgio…
“Hai capito?” mi disse distogliendomi dai miei collegamenti mentali. “È arrivato ieri. È aperto perché ho preparato tutto: è carico e ho installato l’app sul mio smartphone… Resta solo una cosa da fare…” aggiunse con fare sornione togliendomi la scatola dalle mani e lasciandomi con un’esclamazione sospesa e la bocca aperta.
Beh, Giorgio ha fatto un gran cambiamento in poco tempo… e io che temevo di proporgli certi giochi!
Trovavo tutto molto eccitante, soprattutto perché Giorgio non sapeva nulla della sorpresa che io avevo preparato per lui…
Le sue dita trovarono Flamingo senza che lui staccasse gli occhi dai miei. Si infilò l’oggetto fucsia in bocca, dove lo tenne alcuni secondi, lubrificandolo. Volevo dirgli che a quel punto non ci sarebbe stato bisogno di lubrificare un bel niente, ma guardarlo fare queste cose per me era troppo eccitante e decisi di tacere.
Aprii l’accappatoio, lui si avvicinò e mi accarezzò brevemente il pube, poi infilò l’ovetto dentro di me posizionandolo con cura e accendendolo. Mi leccò la bocca velocemente e fece un passo indietro: “Ecco. Finisci di prepararti, ti aspetto di sotto”.
Questa non è la stessa persona di 10 anni fa, pensai. Così audace e giocoso mi piace ancora di più.
Flamingo rimase immobile se non fosse stato per i miei movimenti, mantenendo la mia eccitazione a un “certo livello” durante tutti i preparativi. Soprattutto mentre indossai l’intimo scelto per la serata, che non prevedeva la presenza delle mutandine.
Sopra infilai un tubino nero in lana che mi arrivava appena sopra le ginocchia, con maniche lunghe e scollo a barchetta. Aggiunsi un filo di perle e un paio di orecchini abbinati, semplici e classici.
Cosa mancava? Le scarpe di vernice nera con il tacco 12 e il cappotto elegante, bianco.
Corsi di sotto: “Giorgio andiamo, faremo tardi!”
Per tutta risposta lui alzò le spalle, lanciò in aria le chiavi di casa, le riprese e disse “Tanto Riccardo e Cristina sono sempre gli ultimi”.
Il tragitto in macchina non fu degno di nota, ma ciò che accadde poco dopo, sì.
Stavolta gli ultimi ad arrivare fummo proprio noi e quel bastardo del mio uomo accese l’arnese che mi aveva infilato tra le gambe proprio mentre raggiungevamo il tavolo coi nostri amici.
Si voltarono tutti e tra i vari “Finalmente, ma dove eravate, prendetevela comoda mi raccomando”, trattenni un gemito e strinsi le gambe sotto lo sguardo divertito di Giorgio.
Ricambiai con un’occhiataccia severa ma ancor più divertita della sua. Ci sedemmo in fondo alla tavolata, proprio di fronte a Riccardo e Cristina che mi disse subito: “Siamo arrivati un minuto fa, stavolta ci avete salvato la faccia!”
“Come stai Cristina?” risposi per cambiare velocemente argomento e distrarmi da quel coso vibrante che avevo in vagina.
Gli argomenti affrontati nel corso della cena erano gli stessi di tutti gli anni (figli, viaggi, lavoro, casa…) ma chissà perché li trovai più piacevoli del solito.
Quella sera imparai che gli uomini sono fissati con il far eccitare le donne fino allo sfinimento.
Giorgio mi tiranneggiò gran parte del tempo e faticai a restare seduta composta sulla sedia, che oltretutto temetti di bagnare.
Finché a un certo punto, anziché interrompere l’azione di Flamingo, Giorgio estrasse lo smartphone dalla tasca della giacca e aumentò la velocità delle vibrazioni del mio nuovo sex toy. Oddio.
Il battito del mio cuore accelerò e iniziai a respirare più velocemente e pesantemente. Non potevo evitarlo.
Cristina mi guardò di sottecchi e la vidi muovere un braccio sotto il tavolo, in direzione di Riccardo. Bisbigliò qualcosa, capii che parlava di me perché anche Riccardo iniziò a osservarmi.
È ufficiale: quando mi alzerò per andarmene, ci sarà una pozzanghera sulla mia sedia. Per fortuna ho un cappotto lungo fino alle caviglie!
Diedi un calcio a Giorgio sotto al tavolo, che si voltò verso di me con un sorriso aperto e posò gli occhi allo schermo dello smartphone.
Sentivo 4 occhi semi-estranei osservarmi mentre, sentivo, stavo per raggiungere l’orgasmo e a quel punto Riccardo si rivolse a Giorgio.
“Conosci quel negozio in Via delle Rimembranze?” cazzo, chiunque conosce il primo sexy shop che ha aperto nella propria città, anche se non c’è mai entrato. Ci avevano scoperti e l’imbarazzo interruppe il mio piacere.
Giorgio ebbe l’istinto di fermare Flamingo e diede alcuni tap sul suo smartphone “Vi prego, continuate. Il vostro segreto è al sicuro con noi” aggiunse subito Riccardo a bassa voce, strizzandomi l’occhio.
“Anzi, ci piacerebbe giocare con voi.” Prese il suo smartphone e digitò qualcosa. “Se volete farci un regalo di Natale, dopocena vediamoci in questo posto.”
Il cellulare di Giorgio squillò, Riccardo gli aveva appena inviato delle coordinate che ci avrebbero portati in qualche luogo di libidine.
Sempre SE entro la fine della cena avessimo deciso di accettare.
(continua)
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