Un particolare lunedì di Gennaio

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02/02/2024

È lunedì le vacanze di Natale sono finite, Giorgio è andato al lavoro ed Elena era tornata finalmente a scuola. In quel momento mi trovavo in mezzo alla stanza solo con addosso solo la camicia da notte, pensando a cosa mettermi e tirando le somme di questo Natale.

Nulla a che vedere con la cena dell’anno scorso e avere la bambina sempre in casa, di sicuro non ha aiutato. Quella mattina mi ero svegliata con la voglia di masturbarmi, ma purtroppo il poco tempo a disposizione non me lo permetteva.

Decido di mettermi un paio di brasilane rosse con un reggiseno nero, i collant pesanti e un vestito di maglia che mi arriva a metà coscia. Esco e vado ad aprire il negozio.

La mattina trascorreva lenta e noiosa, un normalissimo lunedì, finchè verso le 10.30 non entrò Lui, alto, con i capelli un po’ mossi biondi, vestito con un paio di pantaloni cachi e un maglioncino nero.

Si avvicina al banco e il suo profumo si impossessò delle mie narici, sapeva di buono e di uomo. Un brivido mi scese lungo la schiena, risvegliando i miei umori.

“Buongiorno!” Disse.

Con un attimo di ritardo risposi anch’io: “Buongiorno”.

“Dovrei accorciare i pantaloni” aggiunse

“Si certo, vada in camerino, prendo gli spilli e arrivo”.

Andai da lui e mi accovacciai. Fu li che notai di un enorme gonfiore all’altezza del pube nei suoi pantaloni, ma non era possibile una cosa così grande, avrà sicuramente qualcosa in tasca o i pantaloni fanno difetto.

Abbassai lo sguardo e iniziai a fare il mio lavoro, senza togliermi dalla testa il pensiero del rigonfiamento e sul fatto che non potesse essere reale. 

“Ho finito!” Dissi. 

“Ti tiro la tenda, toglili che te li sistemo subito”.

Così fece, nel passarmeli però apri la tenda e il mio sguardo cadde proprio lì sui boxer attillati bianchi, Vi assicuro che i pantaloni non facevano difetto e che fino ad ora non avevo mai visto una cosa del genere. Era come il tubo in carta dello scottex finito, orizzontale e fino a metà coscia. 

Un’enorme vampata mi salì dal pube fino in viso e la fantasia cominciò a galoppare. Come sarebbe stato prenderlo con due mani? Sarei riuscita a prenderlo in bocca? I miei pensieri non si fermavano più e il suo profumo continuava a stuzzicarmi il naso. Cominciavo a sentirmi umida. Il reggiseno mi cominciava a dare fastidio, i capezzoli duri e sensibili non volevano più rimanere rinchiusi.

Decisi di andare in magazzino, alzare il vestito e liberarmi una volta per tutte del reggiseno. Riabbassai il vestito, i capezzoli cercavano la loro posizione nella lana, facendosi sentire ad ogni movimento.

Tornai al banco di lavoro.

“Devo concentrarmi sul lavoro!” Mi dissi, ma sedendomi, il vestito andava a stimolare i 2 bottoncini, mi morsi il labbro inferiore e continuai.

Tagliai e cucii ma ogni tre per due mi imbambolavo a fissare il camerino.

“Concentrati Giulia, concentrati”. Non ci riuscivo, dovevo rivedere quella mazza, ora!

Presi il metro e andai da lui.

“Scusami devo prendere delle misure per sicurezza” senza aspettare una sua risposta mi accovacciai davanti a lui, facendo finta di prendere delle misure. Il mio naso ora si trovava a pochi centimetri da quel tubo. Quanto ben di Dio, quanto lo volevo provare, sentirmi piena di lui. Penso che anche a lui piacesse quella situazione. Il pene nelle mutande si stava gonfiando ancor di più e i boxer si erano leggermente inumiditi. Ora c’era odore di sesso e la mia clitoride cominciava a reclamare attenzione.

Ora lo prendo in bocca, pensai. Lo vogliamo entrambi. 

Voglio che quel cannone mi esploda in faccia.

“Tutto bene?” sentii. Ritornai in me, scattai in piedi e senza dire nulla tornai al baco di lavoro. Ogni volta che mi accucciavo o sedevo i capezzoli sfregavano sul vestito inviando scosse a tutto il corpo.

Finito il lavoro gli passai i pantaloni, lui allungò il braccio e vidi che il maglioncino era scucito sotto l’ascella e dissi:

“Ho visto che ti si è scucito il maglione sotto l’ascella, se vuoi te lo sistemo?”

In un attimo se lo tolse, rimanendo solo in boxer, io presi fuoco. Aveva la pelle liscia.

Non era muscoloso, ma tutti i muscoli erano ben definiti, i pettorali, gli addominali… tutto con un po’ pelo, ben curato. Il sedere sembrava scolpito nel marmo, la schiena forte e robusta.

In un lampo mi allontanai. Presi una bottiglietta d’acqua dal frigo e me l’appoggiai sul collo.

Ma cosa ho fatto di male? 15 giorni di astinenza e poi entra lui in negozio… 

E senza accorgermene strinsi le gambe mentre il pube pulsava. Mi sentivo sempre più bagnata.

Andai in bagno a fare pipì. Alzai il vestito e abbassai i collant e le mutande, erano bagnate di me, la clitoride si era gonfiata e pulsava, i capezzoli erano turgidi ormai non so da quanto tempo, volevo toccarmi, volevo esplodere in un orgasmo, non mi interessava come, volevo solo quell’orgasmo.

Ma il maglione mi aspettava e anche il tipo sempre a petto nudo nel camerino. Mi alzai dalla tazza e tirai su le mutande, quando furono a contatto con la vulva e la clitoride sentii che erano ghiacciate, una scossa partì dal basso ventre, fermandosi ai capezzoli e pensavo a quanto li odiavo in quel momento.

Ritornata al mio banco di lavoro, ricucii il maglioncino e tornai in camerino.

“Ecco il maglione!” Dissi

Lui usci dal camerino e vidi di nuovo quell’apoteosi di Adone, quel sedere marmoreo, un’altra scarica parti dalla clitoride, quanto ti odio.

Notai che non mi guardava negli occhi, ma più in giù. Abbassai lo sguardo e vidi i miei capezzoli creare dei bozzi nel vestito. Sapere che lui li aveva visti mi imbarazzò ed eccitò, ero diventata un lago.

La situazione non era più sostenibile, dovevo avere un orgasmo immediatamente.

Lo volevo con quel pene enorme, volevo sentirlo dentro di me, sentirlo pulsare. 

Questi pensieri non fecero altro che peggiorare la situazione, cominciai a sentirmi le cosce bagnate.

Lui si rivestì, uscì dal camerino e dissi:

“Posso fare altro per te?”

In quel momento speravo mi dicesse di volere un pompino… 

Invece no, mi rispose che era a posto così, pagò e se ne andò.

Io corsi immediatamente alla porta e misi il cartello “TORNO SUBITO”, e andai sul retro.

Tolsi i collant umidi e le mutande fradice, ormai non avrebbero più fatto il proprio lavoro.

Presi il nuovo arrivato, alzai il vestito e mi misi sulla poltrona marrone di fronte alla porta mettendo le gambe sui braccioli, accesi il vibratore sull’uno. Cominciai a stuzzicarmi la clitoride, piccole scosse si irradiavano da quel piccolo bottone fino ad ogni parte del corpo.

Lo infilai e cominciai a muoverlo su e giù, scivolava senza sforzo, chiusi gli occhi e cominciai a pensare al profumo dell’uomo di prima, al suo pene, mentre l’asta grande vibrava dentro di me, quella piccola stuzzicava benissimo la parte esterna. Ripensavo a quei pettorali ben definiti, quelle spalle larghe, aumentai la vibrazione. Ero in uno stato d’estasi. Non volevo che finisse più.

Cominciai a sentire l’ano bagnarsi, ero assorta nei miei pensieri, quando sentii:

“Giulia…?!?”

Sbarrai gli occhi, era Giorgio, mio marito.

Il fatto che mi avesse trovato a gambe aperte mentre mi masturbavo con il vibratore, mi fece esplodere in un’eccitazione mai provata.

Prima che dicesse un’altra parola, gli avevo già slacciato i pantaloni e gli stavo accarezzando il pene nei boxer.

Mi accovacciai e mentre il vibratore continuava a fare il suo lavoro, cominciai a succhiarglielo.

Lo sentivo crescere in bocca, alzai lo sguardo, Giorgio mi sorrise.

Mi girai e appoggiai le mani sui braccioli della poltrona, sentii il vibratore uscire e in un attimo un pezzo di carne caldo entrò. Giorgio cominciò a sbattermi con una forza mai sentita prima, allora avermi trovato a cosce aperte aveva eccitato anche lui, cominciavo a sentire dei rivoli scendere sulle cosce, chiusi nuovamente gli occhi e mi abbandonai a quelle sensazioni. Sentii frugare nella scatola dei giochi sul tavolino vicino e subito dopo qualcosa si voleva intrufolare nel mio ano.

Un dito con del lubrificante cominciò ad accarezzarmi la parte esterna per poi avventurarsi verso l’interno. Sentii frugare nuovamente nella scatola dei giochi sul tavolino vicino e subito dopo qualcosa di più grosso si voleva intrufolare nel mio ano. Aveva trovato il plug vibrante e aveva deciso di usarlo, entrò senza problemi, lo accese alla velocità minima e li non capii più nulla. Il pene continuava ad entrare ed uscire senza sosta, ad ogni colpo i testicoli andavano colpire la clitoride, ne volevo sempre di più. Mi girai e sbattei Giorgio sulla poltrona salendoci sopra e iniziando a cavalcarlo, tolsi il vestito e lui iniziò a succhiarmi i capezzoli, continuavo a fare su e giù sfruttando ogni centimetro del suo pene, la mia vulva abbracciava quell’asta bagnata di me. Ero in estasi, su un altro pianeta. Il plug cominciò a vibrare più forte, ora tutto il mio pube vibrava, la clitoride non mi dava tregua, ruotai il bacino in modo che andasse a toccare il pube di Giorgio. Ero al limite dell’orgasmo, lo volevo, ma allo stesso tempo volevo che durasse per sempre. Non feci in tempo a finire il pensiero che esplosi come un fuoco d’artificio, inarcai la schiena all’indietro, come se mi avessero tirato per i capelli, micro-scosse pervasero tutto il corpo e mi accasciai su di lui, che continuava a spingere dentro di me, facendo partire delle scosse ad ogni colpo.

Dopo circa un minuto, mi inginocchiai davanti alla poltrona, lui iniziò a masturbarsi guardando il mio corpo nudo davanti a lui. Sempre più veloce, finchè il mio viso non fu riempito della sua crema.

Scritto da: Sister Midnight

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